Wastes and wilds of the Third Text, a roving topos between Samuel Beckett’s self-translations of L’Innommable and The Unnamable
Riassunto
Utilizzando strumenti teorici di riflessione sull’auto-traduzione e l’eredità della decostruzione e del pensiero postcoloniale, l’articolo mira a de-formare il discorso intorno a un autore canonico. Costruisce un terzo testo tra l’autotraduzione di L’innommable e The Unnamable di Samuel Beckett. Il terzo testo è uno spazio performativo in cui la lettura diventa inmediatamemnte riscrittura ed elaborazione. Crea nuovi sintagmi, figure, storie e nuovi temi sulle vie di comunicazione che la traduzione e la metafora compartono. Dopo una breve rassegna dei lavori esistenti sull’auto-traduzione, in particolare in Beckett, si tenta di smontare la teoria mediante la pratica, leggendo (e quindi riscrivendo) traduzioni dello stesso, casi di auto-allegoria e figure di spostamento nel tempo e nello spazio.
Parole chiave
Auto-traduzione, decostruzione, Beckett, L’innommable, The Unnamable