Una finestra indiscreta: spazio pubblico e privato nel magazzino La Chiva
Riassunto
La fine degli anni sessanta segnò un periodo di profondi cambiamenti nella società cilena. La città di Santiago viveva un incipiente processo di polarizzazione politica e, in aggiunta, cominciò a crescere in modo sproporzionato, senza una pianificazione chiara, mentre aumentava drasticamente il numero di abitanti. Tale processo di sviluppo urbano incontrollato dislocò intere comunità, che furono costrette a concentrarsi in abitazioni di fortuna alla periferia della città, formando comunità che si moltiplicarono come baraccopoli su terreni incolti. In questo contesto emerge La Chiva, una rivista umoristica fondata nel 1968 da quattro giovani fumettisti cileni, che attraverso sezioni come “Santiago tal cual “ o “De La Vega a Vitacura”, si plasma come una mostra dettagliata della città in trasformazione. Questo articolo si concentra sull’esplorazione di alcune delle sue storie più ricordate, come “Lo Chamullo” e, in particolare, “La ventana indiscreta”, creazioni del rinomato fumettista Hervi; in esse possiamo riconoscere il carattere innovatore del suo lavoro nell’ambito del fumetto cileno. Il flirt costante con l’esplorazione formale, il dialogo diretto con la contingenza sociale, il gioco con il linguaggio dei fumetti, e la città stessa letta come un fumetto, sono alcuni degli aspetti discussi nel testo. Inoltre, alla luce delle recenti ricerche sul rapporto tra architettura e fumetto, l’articolo si propone di fornire un resoconto delle particolarità di tali serie, e di formularne una lettura nel contesto sociale, politico e urbano dell’epoca, in particolare nella città di Santiago del Cile.
Palabras clave
La Chiva, fumetto, città.