Rethinking the Notion of Hospitality in Migration Cinema. La faute à Voltaire (Abdellatif Kechiche, 2000)
Sommario
La crisi dei rifugiati siriani, la messa in discussione del trattato di Schengen o il referendum nel Regno Unito che ha come obiettivo la chiusura delle frontiere europeee all’arrivo degli immigrati, ci forzano a ripensare il concetto di ospitalità. Derrida definisce due tipologie di ospitalità, una ospitalità incondizionata, al di sopra della legge, e una ospitalità soggetta alle leggi dell’ospitalità stessa, secondo le quali non tutti sono benvenuti nè invitati nel paese ospitante. Mireille Rosello mette in guardia rispetto al pericolo implicito nell’uso di termini come «ospite» o «paese ospitate», concetti che sono stati pienamente naturalizzati e interiorizzati. Tuttavia, quando una persona è invitata, può essere espulsata in qualunque momento, in quanto l’invito è un atto unilaterale compiuto da chi invita. Molti immigrati non sono semplicemente degli invitati nei paesi ospitanti, sono dei lavoratori, il che vuol dire che contribuiscono alla costruzione del paese che li ha «accolti». Colpa di Voltaire (Abdellatif Kechiche, 2000) fornisce un eccellente opportunità per chiederci e capire se l’ospitalità incondizionata è possibile nel secolo XXI.
Parole chiave
Derrida, Kechiche, La faute à Voltaire, ospitalità, cinema dell’immigrazione