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Mexican and Indian Students’ Embodied Contestations through the Identitarian Politics of ‘Disposable’ Bodies

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Riassunto

L’articolo ha come obiettivo una lettura dei recenti movimenti studenteschi in Messico e in India secondo tropi comparabili, spesso all’interno del paradigma neoliberale di punti di vista normativi sui cadaveri di studenti messicani amer­indi e studenti indiani intoccabili. Questi movimenti presentano contro-storie costituite sotto i riflettori dei media e dei social network internazionali per met­tere in discussione e lottare contro le narrazioni dominanti legate alla grammat­ica dell’indesiderabilità dei corpi razializzati/di casta. L’indignazione pubblica nei campus e nei centri urbani tende alla formazione globale di un discorso destabilizzante mediante molteplici voci di dissenso e rottura. Gli intellettuali, cittadini liberali che sono in prima linea nell’appoggio alle loro cause d’identità, hanno dovuto affrontare l’ira della polizia di Stato e dei loro rappresentanti, perché disturbano e si oppongono agli obiettivi occulti nel dibattito su ques­tioni razziali e di casta. È possibile parlare per il subalterno senza falsi pudori né condiscendenza? Come tradurre la nostra esperienza di attivismo e impegno come cittadini pensanti del pianeta? Come dar conto del nostro modo alterna­tivo di pensare come una forma di de-connessione, di messa in atto della de­colonizzazione non solo per loro ma anche per noi, per liberarci e liberarli dalla disumanizzazione?

Parole chiave

Movimenti studenteschi, reti sociali, Messico, India

 

Testo completo – Anglese (pdf)

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