La representación audiovisual de la inutilidad de la clase trabajadora en el capitalismo post-industrial: un análisis discursivo de la segunda temporada de The Wire
Riassunto
A propósito di The Wire (HBO, 2002-2008) si dice spesso che è in grado di visualizzare ed rapprensentare le conseguenze del capitalismo selvaggio, sia il fallimento delle istituzioni come gli effetti che le trasformazioni socio-economiche hanno sugli individui. Partendo di una considerazione del capitalismo non solo come un sistema economico, ma come il discorso dominante del mondo contemporaneo (vale a dire, generatore e riproduttore di una serie di nozioni e narrazioni che configurano tanto il modo nel quale i soggetti sono definiti e si considerano a se stessi in quanto tali, come la forma di capire il loro ambiente), questo articolo analizza la rappresentazione che The Wire fa degli scaricatori del porto di Baltimora, presentati nella serie come un gruppo di lavoratori in un contesto economico e post-industriale finanziario che non sono più bisogno di loro. Per fare questo, ci fa un analisi testuale di varie sequenze e scene della seconda stagione della serie destinato a esplorare come il dispositivo audiovisivo presenta l’artificialità e la costruzione del discorso egemonico del capitalismo contemporaneo.
Parole chiave
The Wire, capitalismo post-industriale, dispositivo audiovisivo, classe operaia