Dare un nome all’ignoto. Idillio e tragedia in Hölderlin (con una coda celaniana)
Riassunto
Il 4 giugno 1799, in una lettera a Neuffer, Hölderlin menziona per la prima volta il nome di un’opera teatrale che dice di aver «finito tranne l’ultimo atto». Si chiamerà «La morte di Empedocle». Ha intenzione di pubblicarlo nei primi numeri di una rivista poetica mensile «per signore» che intende curare se riesce a interessare l’editore Johann Friedrich Steinkopf al progetto. Si chiamerà Iduna. Delle opere associate al piano Iduna, sopravviveranno solo frammenti e il testo finito sull’Emilia commissionato da Steinkopf. La scrittura di Empedocle ed Emilia coincidono nel tempo, da una parte una tragedia poeticamente fondata, dall’altra un idillio sentimentale solo apparentemente di circostanza. Mediante i due testi, scritti in un periodo di marcata instabilità politica, il poeta risponde (o almeno tenta di rispondere) alla sua propria domanda: perché i poeti in tempi di bisogno? Questa è la domanda che anche Paul Celan affronterà un secolo e mezzo più tardi.
Parole chiave
Tragedia, idillio, Hölderlin, Celan.